Vertigineux, la prima sfilata Haute Couture di Alessandro Michele per Valentino, ha generato un’ondata di ricerche, commenti e critiche. L’hashtag #Vertigineux ha iniziato immediatamente a circolare sui social, mentre il film ufficiale dello show ha accumulato migliaia di visualizzazioni su YouTube in poche ore. Articoli e recensioni hanno invaso il web, segno dell’enorme attesa e della curiosità intorno a questo debutto.
Non poteva essere altrimenti: l’incontro tra la visione estetica di Michele e l’eredità di Valentino era destinato a far discutere. Tra entusiasmo e scetticismo, il risultato è una collezione che segna una nuova era per la maison, fondendo passato e futuro con una narrazione potente e stratificata.


Il titolo dello show, Vertigineux, evoca un senso di smarrimento e stupore, due emozioni che Michele ha voluto tradurre in moda. Ispirandosi agli archivi di Valentino degli anni ’60 e ’70, ma anche ‘90, ha rielaborato silhouette iconiche con un approccio filologico e visionario, bilanciando nostalgia e innovazione.
“Mi piace la polvere che circonda il marchio. È polvere preziosa”, ha dichiarato Michele, sottolineando il suo rispetto per la storia della maison e la volontà di infonderle nuova vita. Più che un semplice omaggio all’heritage, questa collezione è un viaggio nel tempo, una reinterpretazione dei codici di Valentino attraverso la lente onirica e intellettuale dello stilista romano.
Per il suo debutto, Michele ha trasformato il Palais Brongniart in un universo sospeso tra sogno e realtà. La passerella in vetro specchiato amplificava la percezione di movimento, creando un effetto surreale.
Enormi drappeggi di velluto porpora e lampadari barocchi evocavano il fasto delle corti europee e l’opulenza anni ’70 di Valentino Garavani. Il fulcro della scenografia era una grande spirale, simbolo del tempo che si avvolge su se stesso, richiamando le celebri spirali couture create da Garavani negli anni ’70. Un’allusione visiva perfetta al concetto di vertigine su cui si basa l’intera collezione.


L’Haute Couture di Valentino è sinonimo di eccellenza sartoriale, e Michele ha saputo valorizzarla con una collezione di straordinaria complessità artigianale. Volumi scultorei, ricami tridimensionali e lavorazioni minuziose hanno dimostrato la maestria degli atelier romani della maison.
Gonne a balze, cappotti in broccato, dettagli in pelliccia sintetica e calze di pizzo hanno definito un’estetica sofisticata e teatrale. I motivi floreali ricamati a mano, ispirati agli affreschi pompeiani, hanno confermato la meticolosa ricerca storica dietro ogni capo.
Michele ha reinterpretato gli abiti a colonna degli anni ’70 con nuove proporzioni e ha dato una nuova profondità al celebre rosso Valentino, rendendolo più polveroso e drammatico.
Michele ha scelto un’estetica più stratificata e barocca. Il suo lavoro sugli archivi non è stato solo stilistico, ma concettuale: ha esplorato il pensiero dietro ogni creazione di Valentino Garavani, traducendolo in un linguaggio più narrativo e teatrale.
Le forme classiche della maison si mescolano a dettagli eccentrici, creando un equilibrio tra rigore sartoriale e immaginario visionario. Il risultato è una couture che esce dalla dimensione puramente estetica per diventare un’esperienza immersiva e intellettuale.

Come ogni rivoluzione, anche questa ha diviso il pubblico. Molti hanno elogiato la capacità di Michele di infondere nuova energia nella maison, rendendo omaggio all’heritage di Valentino Garavani senza scadere nella nostalgia, rielaborando gli abiti con una sensibilità contemporanea, dando vita a una collezione che esplora il concetto di tempo, memoria e identità.
Il suo studio storico e filosofico ha reso la sfilata non solo un esercizio di stile, ma una riflessione sulla moda come archivio vivente. Non si è limitato a reinterpretare gli archivi, ma li ha tradotti in un linguaggio nuovo, capace di emozionare e far discutere.
Il designer ha dimostrato la sua abilità nel reinventare l’eredità di Valentino con un linguaggio personale, mantenendo un forte legame con la tradizione sartoriale della casa.


Il debutto di Alessandro Michele nell’Haute Couture di Valentino con Vertigineux segna un momento significativo per la maison. Il designer ha affermato la sua abilità nel reinventare l’eredità di Valentino con un linguaggio personale, mantenendo un forte legame con la tradizione sartoriale della casa.
Una narrazione estetica e concettuale che ridefinisce il futuro della couture, e forse proprio questa vertigine di emozioni e significati è la chiave della sua visione per Valentino.