C’è qualcosa di irresistibilmente rassicurante in un cappotto che profuma di storia e di lana calda. Il Montgomery: tutti lo conosciamo per i suoi alamari in legno, il taglio strutturato e il cappuccio ampio. Non è solo un capo d’abbigliamento ma simbolo di autenticità, di tradizione, di stile che resiste al tempo.

Dal mare del Nord a Londra
La storia di questa iconica giacca inizia sulle navi della Royal Navy a fine Ottocento. Creata come capo tecnico e divisa destinata ad affrontare freddo, vento e pioggia, era confezionata in duffel cloth, un tessuto robusto e compatto prodotto nella città belga di Duffel. Questo materiale, resistente e naturalmente impermeabile, offriva protezione contro vento e pioggia, rendendo il capo indispensabile durante le lunghe missioni in mare.


Ogni dettaglio aveva una funzione: gli alamari in legno e corda permettevano di chiudere il cappotto anche con i guanti bagnati, il cappuccio ampio riparava dal freddo, e le tasche applicate erano pensate per contenere gli strumenti da lavoro dei marinai.
Il suo nome, però, arriva solo decenni dopo, quando durante la Seconda guerra mondiale, il generale dell’esercito britannico Bernard Law Montgomery- soprannominato Monty ne fece il suo segno distintivo. Da allora, il cappotto militare divenne semplicemente il Montgomery.

Finita la guerra, i surplus militari inglesi riempirono i mercati civili di Londra. I giovani intellettuali, i professori, gli artisti in cerca di autenticità lo adottarono come manifesto estetico: un capo pratico, sobrio e senza sforzo, ma con un’anima profonda.
Negli anni ’50 il marchio Gloverall ne reinterpretò la forma, rendendolo più urban e raffinato: nasceva così il Montgomery moderno.

Alla conquista del cinema
Nel corso del Novecento, il Montgomery approda sul grande schermo e conquista la cultura pop. Jack Hawkins lo indossò nel film The Cruel Sea (1953), Gregory Peck in The Guns of Navarone (1961), e David Bowie ne fece un simbolo del suo stile eclettico nel film L’uomo che cadde sulla Terra (1976).
Fu amato anche da figure come Jean Cocteau, Jack Nicholson, indossato persino dal famosissimo orsetto Paddington, il protagonista dei romanzi di Michael Bond, che con il suo cappottino blu e il cappello rosso lo rese parte dell’immaginario collettivo.

Tra heritage e contemporaneità

Ponte tra il mondo militare e quello del fashion, è sopravvissuto tra marinai e modelli, tra comodità e stile. Oggi, il Montgomery è un classico riscoperto da designer e maison di ogni generazione. Burberry lo interpreta con rigore sartoriale, sempre con quella silhouette dritta e rassicurante che lo caratterizza, Celine lo fa diventare una dichiarazione minimalista, mentre brand emergenti come A.P.C. e Ami Paris lo rileggono con ironia e leggerezza.
La sua forza è nella forma: il taglio a tre quarti, il cappuccio, le spalle morbide, gli alamari che raccontano una storia di artigianato e di mare. È un capo che non urla, ma sussurra. Proprio per questo conquista!

Indossare un Montgomery oggi significa fare una scelta di moda consapevole, di materiali che durano e di una silhouette che attraversa le stagioni. È il cappotto di chi ama l’equilibrio tra passato e presente, tra comfort e rigore.
In un mondo che cambia velocemente, il Montgomery rimane lì, fedele a sé stesso: un abbraccio di lana che sa di eleganza eterna.