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DIOR ss’22. Ritorno alla Pop Art

Si rispolverano gli anni Sessanta e la Pop Art con Mariagrazia Chiuri e la nuova collezione spring/summer ’22 presentata durante la Paris Fashion Week.

Accompagnata da una scenografia giocosa e spaziale, ideata dall’artista Anna Paparatti, creando quasi l’effetto di pedine sul tavolo da gioco, tutta la collezione gira attorno ai colori accesi del giallo, viola, arancione, fragola, verde, azzurro e le stampe sugli abiti in Slim Look anni Sessanta per onorare l’estetica di Marc Bohan, stilista che conta più di 30 anni di carriera in casa Dior.

Tra l’eleganza lineare e pulita dei tubini, delle gonne e le giacche cropped serrate in color block che rimandano all’arte di Cardin, troviamo anche body e top trasparenti, in contrasto con bermuda e shorts prettamente sportivi ma comunque femminili.

Alcuni pezzi come gli abiti corti sono realizzati in scuba o nylon mentre per le calzature c’è il grande ritorno delle Mary-Jane in vernice dal tacco midi, come ode alla praticità. La donna di MariaGrazia Chiuri vuole sedurre con i colori e non rinunciare alla naturalezza, senza alcun eccesso ma con stile.

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Una scultura per Zendaya firmata Balmain.

Non si può di certo negare che quest’abito sia stato scolpito proprio sul corpo dell’attrice americana Zendaya Coleman, la più ricercata dai brand di moda. Artefice di questo capolavoro di haute couture è Balmain, come sempre idolo nel dare una forma ai propri modelli, in linea con la tradizione artigianale della maison. In questo caso ha perfettamente riprodotto le misure e la forma del busto progettando un pezzo unico a mo’ di opera d’arte.

Un abito lungo con uno spacco vertiginoso ed una scollatura rotonda, fatto su misura in occasione della ’78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2021, accompagnato da gioielli verde smeraldo Bvlgari e décolleté ton-sur-ton Louboutin.

Costruito in morbida pelle color nude sulla tonalità di carnagione dell’attrice, dona l’effetto “seconda pelle” ma scolpita come fosse porcellana. Le arricciature del tessuto creano comunque una visione dinamica dell’abito, pensato anche in riferimento ai colori e il tema del film candidato Dune, prettamente caldi e intensi sui toni e l’dea delle dune del deserto.

PIERPAOLO PICCIOLI PER VALENTINO

VALENTINO A VENEZIA: il riflesso della bellezza haute couture

Grande performance quella di Pierpaolo Piccioli per Valentino in quel di Venezia, nel complesso delle Gagiandre dell’Arsenale, con i suoi 84 abiti da sogno.

Presenta la collezione fall/winter 2021/22 in collaborazione con 17 artisti con i quali pensa 20 degli 84 abiti portati in passerella. Un dialogo alla pari con gli artisti, alcuni rinomati ed altri emergenti, per creare abiti haute couture indossabili! Questo è stato il parametro entro cui hanno lavorato alla collezione.

La collezione, caratterizzata da un utilizzo dei colori e una palette diversa e vigorosa, diventa una performance suggestiva tra i colori del tramonto che esaltavano quelli degli abiti, il verde intenso, il fuxia, il viola, il rosso, il giallo e il marrone, i quali si riflettono dalla passerella serpentina sull’acqua che accerchiava l’architettura.

La sequenza dei vari modelli vede un mix donna-uomo partendo dai segni grafici di Sofia Silva riprodotti sulla tela, al paesaggio di Andrea Respino che diventa un cappotto composto con la tecnica del patchwork con oltre 150 tessuti. Si continua con il cinese Wu Rui e la brillante sottoveste di paillettes color acqua sormontata da una cappa dal tessuto increspato, un abito basato sulla ricerca del “colore della luna che si rispecchia di notte nel lago”,  fino all’abito da sera con i corpi intrecciati di Alessandro Teoldi, composto da tutte le tonalità di rosso presenti nell’archivio Valentino.

Come resa finale, Venezia è stata una scelta azzeccata, legata proprio al connubio con l’arte, in particolare la zona dell’Arsenale, zona dove si arenavano le barche nel Cinquecento. Piccioli ha voluto fortemente questa collaborazione per sottolineare ancora una volta come ci sia sinergia tra l’arte e la moda, due forze espressive in modi diversi ma che hanno lo stesso scopo, quello di stupire.

FASHION ACT – imprenditoria di moda

Dalla Cattedra di Storia della Moda Contemporanea nasce un format di incontri dedicato agli allievi dell’Accademia di Belle arti di Catania con lo scopo di far conoscere le realtà imprenditoriali del territorio, la loro strategia, il prodotto e l’evoluzione.

Le realtà imprenditoriali prese in riferimento sono scelte in base al taglio stilistico minimale e funzionale in contrasto con il clichè siciliano ornamentale.

Una visione internazionale del prodotto che, pur attingendo valori e colori dal territorio siciliano, si propone di essere esponente di una nuova realtà del prodotto di moda.

Cosa vuol dire fare imprenditoria oggi ? Quali strategie applicare e come relazionarsi in un mercato saturo che richiede sempre più una maggiore ricercatezza di stile e concept.

Il primo riflettore punta sul territorio palermitano, con protagonisti quali Mauro Crimi della Sartoria Crimi, Roberta Lojacono sposa designer e Art Director aziendale, Irene Ferrara di Spazio IF, Roberto Intorre artigiano gioielliere contemporaneo ed infine Marianna Vigneri fashion designer.

Mauro Crimi con le tecniche sartoriali, alcune delle quali mostrate in live agli studenti dell’Accademia, e le proprie strategie d’impresa per far si che la cultura dell’artigianato su misura venga conosciuto in tutto il mondo e crei una rete di contatti con paesi esteri.

Roberta Lojacono, con la sua molteplice attività, tra l’ateliere sposa e la sua nuova passione per l’Art Direction d’impresa, ha esposto quali sono i punti fondamentali per sviluppare un’impresa e tirar fuori il proprio valore di mercato in un contesto di concorrenza.

Irene Ferrara, con la sua attività imprenditoriale di SpazioIF, produce borse in pelle fatte a mano e dal design singolare ma soprattutto funzionale a quella che è la sua idea di donna, pratica e dalla forte personalità. Ha raccontato i primi passi di quello che è il suo metodo di lavoro e la sua etica per l’utilizzo dei materiali con meno impatto ambientale, considerando la pelle, per la sua resistenza nel tempo, uno di quelli. Roberto Intorre, è un architetto del gioiello artigianale. Basa la sua produzione sull’ispirazione del territorio siciliano andando a riprodurre fibre, nervature, dettagli di elementi che rispecchiano l’anima della Sicilia.

Infine Marianna Vigneri, fashion designer palermitana, produce abiti per donna e bambina dal tessuto confortevole e dinamico. Una linea che si trova in accordo con il tipo di donna che non si ferma mai.

Ognuno di loro ha riservato agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania qualche perla di saggezza imprenditoriale, consigli e racconti della loro storia personale e professionale, con lo scopo di comunicare un po’ di consapevolezza e segreti del mestiere ai giovani aspiranti.