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ROBERT WUN. Couturier del plissé

Il plissé riprende vita! Come accadde negli anni di Roberto Capucci, artista e architetto del tessuto che ha plasmato a suo piacimento oltre ogni possibilità il tessuto, così anche Robert Wun lavora con la tecnica del plissé, creando forme dinamiche e morbide ma non pigre, come lui stesso ha affermato, che accompagnano la forma fisica e la esaltano ad una visione futurista e visionaria.

Fashion Designer concettuale, fonda il suo marchio a Londra proponendo uno stile di donna dalla femminilità scultorea.

Laureato al London College of Fashion nel 2012, lancia la sua etichetta già dopo due anni. Come Capucci, anche Wun si lascia ispirare dalla natura proponendo un’estetica moderna e raffinata.

La collezione di cui sopra le immagini è stata esposta in un ambiente del tutto diverso dalle passerelle veloci. In mostra allo SCAD FASH Museum of Fashion + Film ad Atlanta, “Robert Wun: Between Reality and Fantasy”.

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Trova un Habitat. L’arte indigena contemporanea.

Tradizioni e rituali sono espressioni culturali della società, sono misura delle cose sul metro del tempo, attraverso la loro evoluzione ed i loro ancoraggi. Nell’ampio spettro delle arti le tecniche ed i materiali diventano protagonisti dell’opera d’arte o elementi di espressione imprescindibili, sono eredità del momento e spesso anticipazione, è un incontro che modellato dagli artisti diventa narrazione del tempo passato, presente e futuro.

L’artista Aluaiy Pulidan “figlia del sole”, proviene dalla famiglia del leader appartenente al villaggio di Paiwan, il suo retaggio le ha fornito grande confidenza con abbigliamento e gioielli tradizionali, nel suo percorso formativo  grazie a  studi approfonditi e apprendistato è riuscita a padroneggiare tecniche e significati: nella sua opera riporta intrecci, metodi di tessitura e colori appartenenti alle consuetudini del suo popolo, racconta delle donne del suo territorio e dei loro simboli.

La sua opera è parte della mostra Between Earth and Sky, progetto presentato all’interno della decima triennale d’arte contemporanea Asia Pacifico (APT10) al QAGOMA, a cura dell’artista Etan Pavavalung e di Manray Hsu. Si tratta di una mostra sull’arte indigena contemporanea Taiwanese dove otto artisti autoctoni si incontrano e dialogano attraverso le loro opere, raccontando un pezzo della loro storia presente e passata al mondo.

La sua installazione dal titolo Find a Habitat realizzata con l’aiuto della gente di Paiwan è un insieme di rame, lana, seta e cotone. Appare come un organo satellite del corpo, spogliato del suo involucro, che cerca attraverso le sue terminazioni nervose un preciso nutrimento dall’aria e dalla solidità della terra; piccoli ventricoli si ergono pompando energia che il colore vibrante spinge in continuo mutamento; questa isola semi-fluttuante seppur statica ci racconta movimento, voglia di esplorare lo spazio a volte con leggerezza, altre con decisa solidità; racconta lo spirito del villaggio che a causa del tifone Morakot è andato distrutto e poi pian piano ricostituito, filo dopo filo.

Di questo processo di ricostruzione Aluaiy Pulidan è attiva operatrice, ha fondato Daughter of the Sun Cultural and Creative Space, luogo di scambio e arricchimento culturale, dove prolifera l’utilizzo delle tecniche tradizionali per la realizzazione di installazioni e progetti.